Il pallone di ventilazione può essere prodotto in diversi materiali che ne determinano il costo finale e le modalità di riutilizzo.
I palloni prodotti in plastica, PVC o gomma, sono solitamente “monouso” e non possono essere utilizzati più volte su pazienti differenti, infatti al termine del loro utilizzo vengono necessariamente eliminati, anche perchè con la sterilizzazione a vapore in autoclave, che prevede temperature di funzionamento pari a 121 e 134 °C, il pallone in gomma o PVC fonderebbe.
Invece in campo professionale si utilizza il silicone perché consente il riutilizzo del dispositivo attraverso la sterilizzazione a vapore: questo permette di rendere il dispositivo asettico dopo averlo utilizzato.
Il pallone di ventilazione è un dispositivo medico in classe di rischio II, perciò ai fini della commercializzazione deve avere il marchio CE seguito da 4 cifre che identificano l’Organismo Notificato.
Il motivo della sua classificazione è semplice: il pallone può essere collegato a una sorgente di energia esterna (ossigeno terapeutico) che, di fatto, lo trasforma in un dispositivo medico attivo.
Se la maschera connessa è idonea alla grandezza del bambino, questa si può indistintamente usare per adulti e bambini. L’unico accorgimento in questo caso è che la pressione da esercitare sul pallone sarà minore di quella per gli adulti.
Nella maggioranza dei palloni di ventilazione, la forma ovale consente di agire sulla parte con diametro più piccolo esercitando una minore spinta di aria nei polmoni del paziente.
L’utilizzo del pallone di ventilazione dovrebbe comunque sempre prevedere una preparazione adeguata, per evitare rischi ai soggetti ai quali viene applicato.
I rischi più importanti derivanti dall’utilizzo del pallone sono connessi con l’iperventilazione del paziente e la contaminazione incrociata, ad esempio a causa di riutilizzo di palloni monouso che non sono stati disinfettati o sterilizzati opportunamente.
La valvola posta nell’attacco della maschera (chiamato “becco d’anatra”) serve ad evitare reflussi di secreti dalla bocca del paziente al pallone di ventilazione. Questa valvola è molto importante perché si apre solamente quando si preme il pallone.
Il reservoir è invece un pallone di riserva dell’ossigeno erogato verso il paziente. In caso di necessità può recuperare l’ossigeno in eccesso (gonfiandosi) oppure integrare l’erogazione manuale con una quantità maggiore di ossigeno.